top of page

Sulla materia oscura

dello sguardo

 

Convegno internazionale

15 -16 dicembre 2022

Università Vita-Salute

San Raffaele

Se nel cinema l’occhio è la fonte della rivelazione del mondo, al tempo stesso la sua costruzione non è priva di incertezze e fragilità. Talvolta lo sguardo sembra emanare dall’immagine stessa e dalla sua materia. Come ha sottolineato Thomas Elsaesser, “l’occhio è il luogo dell’incontro fra diverse strutture di visibilità e sguardi” che trovano nella strutturazione semantica e percettiva del film la propria articolazione. Questa paradossale dinamica è stata rilevata con grande chiarezza in un libro del 1992 di Vivian Sobchack, The Address of the Eye. A Phenomenology of Film Experience: “Vedere è un atto compiuto sia dal film (che vede un mondo come immagini visibili) sia dallo spettatore (che vede le immagini visibili del film sia come mondo sia come visione di un mondo). [...] la struttura esistenziale del vedere è raddoppiata nell’esperienza cinematografica”.

Lo sguardo diviene così il plesso teorico a partire dal quale è possibile dispiegare una più ampia prospettiva sul cinema, che raccoglie gli aspetti metapsicologici, somatico- percettivi e tecnologici che non possono essere tradotti e linearizzati né attraverso la narrazione né in termini di traccia e impronta.

Qualcosa interrompe qui la centralità del tempo cronologico e della concezione geometrale dello spazio mostrando come l’esperienza del film si costruisca su continui sconfinamenti – empiétement, avrebbe detto Maurice Merleau-Ponty – tra il vedente e il visibile.Al tempo stesso, lo sguardo si struttura su temporalità incerte e reversibili, sul chiasma di profondità e superficie e perde così il suo ruolo esclusivo di funzione, divenendo campo ovvero spazio topologico, in cui si moltiplicano i vettori e in cui la stessa intenzionalità si ribalta. Si tratta di un campo di visibilità che lo sguardo non solo percepisce come oggetto che sta davanti a sé ma che abita e che percorre secondo tracciati sempre nuovi e imprevedibili. Il dispositivo cinematografico mette così in discussione non solo l’idea che abbiamo della percezione naturale ma l’idea stessa di una visibilità assoluta, e lo fa attraverso ciò che potremo chiamare una “materia oscura”, un campo di forze che il soggetto non vede ma che gli permette allo stesso tempo di vedere.

Venerdì 16 dicembre 2022
h. 9.00 - 12.30 / 13.45 - 16.00
Università Vita-Salute San Raffaele

h 9.00 - 12.00

Chair:

Maria Russo (Università Vita-Salute San Raffaele)

 

Gianluca Solla  (Università di Verona)

La vertigine dello sguardo

Jun Fujita Hirose (Università Ryukoku)

Eyes Wide Shut: al di là dello scopo-centrismo

 

Clio Nicastro  (Bard College)

Forme instabili: il cinema dismorfico di Sandra Lahire

h 13.45 - 16.00

 

Chair:

Nicola Turrini (Università Vita-Salute San Raffaele)

Francesco Tava (University of the West of England)

“Come in uno specchio, in modo oscuro”: patologie dello sguardo in Dick e Linklater

Francesca Pola (Università Vita-Salute San Raffaele)

La mano, il buio, il suono: Studio Azzurro nei primi anni Novanta

Giovedì 15 dicembre 2022
h. 15.00 - 19.00
Università Vita-Salute San Raffaele

Chair:

Roberto Mordacci (Università Vita-Salute San Raffaele)

 

Mario De Caro  (Università Roma-Tre)

Lo sguardo cinematografico e i valori morali

Alessia Cervini (Università degli Studi di Palermo)

Lo sguardo di Pasolini: dalla “soggettiva libera indiretta” a Salò

 

Barbara Grespi (Università degli Studi di Milano)

La virtualità dello sguardo in prima persona​

PROGRAMMA
Locandine edizioni precedenti
bottom of page